Cosa vedere a Phnom Penh: guida completa

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In questo articolo su cosa vedere a Phnom Penh ti dirò tutte le esperienze da non perdere nella capitale cambogiana e le dritte per goderti un viaggio senza stress. Appena arrivi a Phnom Penh ti sembra di essere approdato in un classica città asiatica tra tuk tuk, traffico e street food, in realtà alla fine degli anni Ottanta era praticamente stata ridotta a un luogo fantasma e la sua popolazione decimata.

Phnom Penh è una città che con resilienza sta cercando di andare avanti e ricostruire la proprio identità dopo tutte le atrocità subite e in questa ricerca di identità si fa sentire l’influenza degli Stati Uniti. In ogni caso il sorriso gentile e genuino della sua popolazione è sicuramente un ottimo biglietto da visita per i viaggiatori.

Continua a leggere l’articolo per scoprire tante curiosità su questa città ancora poco conosciuta e sottovalutata. 

Cosa vedere a Phnom Penh: la storia

Phnom Penh è stata dichiarata capitale della Cambogia nel 1865 e raggiunse il suo massimo sviluppo intorno agli anni Venti, sotto il protettorato francese. La sua storia invece è stata tristemente segnata dal regime di Pol Pot, di cui sicuramente avrai sentito parlare nei libri di storia anche se in realtà in Occidente non se ne è parlato così tanto, pensando anche alla gravità dei fatti.

Pol Pot è stato un generale rivoluzionario a guida dei temibili khmer rossi, i guerriglieri comunisti che seminari il panico tra gli abitanti di Phnom Penh e le zone limitrofe. L’ideologia estremista del regime prevedeva l’abolizione della proprietà privata e lo spopolamento delle città con l’intento di trasformare il Paese in una specie di “cooperativa agraria” di contadini che dovevano rispondere al regime. Il nome della nazione venne inoltre cambiato in Kampuchea Democratica.

Dopo la salita al potere, nel giro di pochi giorni l’intera popolazione di Phnom Penh e delle città vicine (compresi bambini e anziani) fu costretta al lavoro forzato nei campi, lavorando fino a 15 ore al giorno e mangiando solo una misera porzione di riso. Vennero distrutte e bruciate le biblioteche, le fabbriche e tutti i luoghi di cultura, compresi anche i templi. 

Le persone studiate e acculturate erano ritenute pericolose e per questo imprigionate e poi uccise: bastava indossare gli occhiali o parlare una lingua straniere per essere considerato un intellettuale, tra queste persone vennero uccisi anche molti monaci. Si stima che furono uccisi 2 milioni di persone, un vero e propio genocidio!

Dopo 4 anni di torture la dittature di Pol Pot venne rovesciata dall’intervento della Repubblica Socialista del Vietnam.

Acquistare una SIM locale

Prima di dedicarti alla scoperta di Phnom Penh è importante attivare una SIM locale in modo da orientarti meglio in città ed essere sempre reperibile.

In Cambogia ci sono 3 principali compagnie telefoniche, la Metfone, Cellcard e Smart: di queste tre mi sento di consigliarti METFONE, che in alcuni casi è più lenta delle altre però hai la garanzia che praticamente prende ovunque (si appoggia alla compagnia vietnamita Viettel). È perfetta soprattutto se decidi di visitare le zone un po’ più rurali della Cambogia, dove la copertura è più scarsa.

La soluzione migliore per acquistare una SIM locale è rivolgersi ai negozi ufficiali oppure agli stand direttamente in aeroporto se raggiungi il Paese in aereo. In alternativa la puoi acquistare anche in uno dei tanti baracchini col logo Metfone che trovi in città, attento però perché a volte speculano sul prezzo con i turisti.

Personalmente io l’ho acquistata dal proprietario di un piccolo baracchino (siamo arrivati in bus dal Vietnam e nei dintorni non abbiamo trovato negozi ufficiali) che però è stato molto onesto e ci ha fatto il prezzo normale. Noi a fine 2022 abbiamo pagato circa 5 $ per una SIM valida 7 giorni con 2 GB di internet al giorno, comunque basta confrontare le varie offerte e decidere la più adatta alle tue esigenze (in ogni caso parliamo sempre di cifre contenute). 

P.S. Una cosa strana è che in Cambogia le varie compagnie telefoniche non si “appoggiano” tra loro per cui chiamare tra diversi operatori risulta molto costoso, i cambogiani di solito hanno più di una SIM per ovviare al problema. Se viaggi con un gruppo di amici vi conviene fare tutti la SIM con la stessa compagnia per evitare costi inutili!

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Phnom Penh di notte vista dall’alto

Moneta locale: dollaro o riel?

Un’altra particolarità della Cambogia è il fatto che coesistono due monete: il dollaro americano e il riel cambogiano. Quando andrai a prelevare presso un ATM nel 99% dei casi ti verranno dati dollari e non riel. Queste due monete sono intercambiabili per cui può succedere che tu paghi in dollari e il resto ti venga dato in riel oppure puoi pagare un po’ in una moneta e un po’ nell’altra. Mi raccomando fai attenzione a non rovinare le banconote dei dollari, se sono leggermente rovinate alcuni venditori potrebbero non accettarle!

In linea di massima potremmo suddividere i pagamenti in due categorie, così da rendere le cose più semplici:

  • i dollari americano vengono usati principalmente per spese più sostanziose tipo hotel, grandi negozi di abbigliamento, bar e ristoranti moderni e di livello medio-alto;
  • i riel cambogiani sono usati invece nei mercati locali, nelle bancarelle di street food, per pagare tuk tuk, taxi e in negozietti tipici.

In ogni caso meglio sempre avere con sé dei tagli di entrambe le monete!

Ora che ti ho dato queste dritte sei pronto a goderti la visita della capitale senza stress, vediamo allora cosa vedere a Phnom Penh in un paio di giorni.

TIP! Mi sento assolutamente di consigliarti l’Okay Boutique Hotel, una struttura in pieno stile khmer dove ti sembrerà di vivere all’interno di un vero palazzo… e c’è pure la piscina sull’ultimo piano!

Vedi anche: “Come raggiungere la Cambogia via terra dal Vietnam”

riel cambogiano
Banconota di 1000 riel

Il Palazzo Reale

Parliamo più che altro di un complesso di 9 palazzi che ospita la residenza della famiglia reale cambogiana, la sua costruzione risale al 1865 quando Phnom Penh divenne la capitale del Paese. Tuttavia molte aree sono in ristrutturazione e altre invece non sono accessibili al pubblico oppure sono visitabili solo affacciandosi all’entrata. Il giardino tuttavia è ben curato e anche la pagoda d’argento ha il suo perché. Il biglietto di entrata costa 10 $ (forse un po’ eccessivi considerando che molti parti ancora non sono visitabili).

Quando ci sono stata io purtroppo era totalmente chiuso per restauri.

Il Wat Phnom

Il Wat Phnom è un tempio buddista situato su una collina e simbolo spirituale di Phnom Penh. Secondo la leggenda qui viveva una signora di nome Penh che un giorno vide galleggiare un tronco contenente 4 statuette di bronzo del Buddha che interpretò come un segno del destino e decise di far erigere il tempio per custodirle. Si dice appunto che questo sia il primo edifico sorto e infatti Phnom Penh significa proprio “la collina di Penh”.

Per raggiungere la stupa principale si devono percorrere un bel po’ di scalini circondati da un’atmosfera rilassata e spirituale, tra venditori di offerte cereali e profumi di incensi vari. Una volta arrivati ovviamente si deve entrare scalzi e vestiti in maniera decorosa e sarà facile incontrare monaci e persone che intonano canti e preghiere.

Prima di recarti verso la scalinata, passa dal baracchino per pagare 1 $ per accedere (valido solo per gli stranieri). Direi che devi assolutamente includerlo nella lista di cosa vedere a Phnom Penh!

Golden Temple 

Il vero nome è Wat Kean Kleang ma è più conosciuto come tempio d’oro, golden temple appunto. Non viene incluso nei classici tour della città che trovi online ma a mio parere secondo me merita una visita perché non è mai affollato dai turisti e quindi si può visitare con calma (quando ci sono andata io c’eravamo solamente io e il mio ragazzo!). In questo modo hai la possibilità di assistere a qualche scena di vita quotidiana lontano dal trambusto della città e in ogni caso la patinata dorata su tutto il tempio (anche se dipinto) regala veramente un bell’effetto. 

Si trova sulla sponda opposta del fiume Mekong e delle altre attrazioni della città, il mio consiglio è quello di chiamare un Grab per farti portare lì e ti puoi mettere d’accordo direttamente col driver anche per il ritorno, in una mezz’ora poco più si visita tranquillamente e ti avanza tempo anche per le foto!

P.S. Non affidarti ai tuk tuk che cercano di venderti il pacchetto turistico per accompagnarti nei vari luoghi turistici perché solitamente i prezzi sono più alti della media!

golden temple phnom penh

Il Mercato vecchio (Phsar Chas)

Visitare i mercati locali è sempre il modo migliore per entrare in contatto con la realtà del luogo e immergersi nella vita quotidiana degli abitanti. Il Mercato Vecchio è il luogo perfetto da visitare per immergersi nella cultura khmer e divertirsi a fare un po’ di shopping, contrattando sempre mi raccomando: qui troverai di tutto, dal cibo al vestiario passando per bancarelle di fiori e stand di parrucchiere intente a sistemare le acconciature alle cliente. Insomma, avrai l’imbarazzo della scelta e sono certa che non uscirai a mani vuote! 😉

Un altro mercato da non perdere è il Night Market che si svolge alla sera sul lungofiume Sisowath, un luogo molto amato dagli abitanti di Phnom Penh che si riuniscono qui per mangiare e passare una serata in compagnia!

old market phnom penh
Image by allPhoto Bangkok from Pixabay

Killing Fields (Memoriale di Choeung Ek)

I campi di sterminio si trovano fuori città, a circa 15 km da Phnom Penh, nella località Choeung Ek. Qui è dove venivano mandati molti prigionieri del regime di Pol Pot per essere giustiziati senza pietà: non si faceva distinzione tra anziani e bambini, anzi le famiglie dovevano essere “estirpate dalla radice” perché i bambini una volta cresciuti avrebbero cercato vendetta, per cui dovevano essere eliminati.

All’inizio del percorso c’è una stupa in cui sono raccolti migliaia di tedeschi delle vittime del genocidio, si entra pochi alla volta, scalzi e in silenzio…è veramente un luogo toccate e che fa riflettere! La visita poi si snoda seguendo un percorso numerato con dei cartelli esplicativi che descrivono i vari posti e le atrocità che vi sono avvenute.

Tra queste c’è un albero con appesi tanti braccialetti ed è proprio qui che molti bambini vennero uccisi in modo brutale, presi per le gambe e sbattuti con la testa contro il tronco…un vero orrore! Vicino troviamo anche una fossa recintata in cui vennero trovate le salme di molte donne, molte delle quali venivano violentate prima di essere uccise.

I killing fields si raggiungono facilmente in tuk tuk dal centro di Phnom Penh in circa 25 minuti, il mio consiglio è quello di accordarti col driver per farti riaccompagnare anche al ritorno. Per visitarli con calma ritagliati un paio d’ore.

Il costo del biglietto è di 5 $ a cui aggiungere altri 3 $ per avere l’audioguida, molto consigliata!

killing fields phnom penh
Albero contro ci sono morti migliaia di bambini

Museo del genocidio Tuol Sleng  (Prigione S21)

La prigione S21 si trova vicino nella parte sud della capitale ed è il luogo dove venivano incarcerate le persone ritenute pericolose per il regime di Pol Pot, insieme alle loro famiglie (a volte anche appartenenti ai khmer rossi stessi). Fino al 1975 questo edificio era una scuola e poi il regime la occupò trasformandola in un luogo di detenzione, morte e tortura la cui visita non può lasciare certo indifferenti.

In queste celle anguste i detenuti venivano torturati e uccisi, erano costretti a cibarsi di blatte e insetti per sopravvivere e sulle mura e sul pavimento sono ancora visibili le macchie di sangue. Troverai anche moltissime foto delle vittime, appese per ricordarle e dare loro almeno un briciolo di dignità e giustizia.

Devo ammettere che è stata veramente una visita forte toccante che scuote anche gli animi meno sensibili: pensare che nei punti in cui no ora camminavamo tranquilli, appena 40 anni fa è avvenuto uno dei genocidi più terribili della storia dell’uomo, di cui purtroppo si parla ancora poco!

Alla fine del percorso potrai incontrare dei sopravvissuti al genocidio disponibili a scambiare due parole con i turisti e volendo potrai acquistare il libro a sostegno della loro associazione.

Il biglietto di entrata costa 5 $ a cui aggiungerne altrettanti per l’audioguida.

museo del genocidio cambogia
Le stanze dei detenuti

Vedi anche: “Consigli per visitare Angkor:guida completa”

Conoscendo il popolo cambogiano, così gentile e accogliente, ci si chiede come sia stato possibile che abbia subito tutto ciò o meglio fino a che punto può arrivare la malvagità umana! E mi domando anche i governi occidentali come hanno fatto a far finta di niente e permettere tutto ciò…ma purtroppo vedo anche nel 2024 stanno voltando le spalle allo sterminio di persone innocenti…

Dopo tutte le atrocità subite, il sorriso genuino sul volto dei cambogiani è il segno della loro voglia di cercare di voltare pagina e guardare con speranza ad un futuro migliore.

Se hai altre attrazioni da includere nella lista di cosa vedere a Phnom Penh, ti aspetto nei commenti qui sotto!

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